«Non si è più svegliato» – Un Posto al Sole, Luca ha davvero detto addio per sempre?

Luca De Santis (Luigi Di Fiore) © Un Posto al Sole Rai

La storia di Luca De Santis è diventata uno dei filoni più commoventi, delicati e controversi di tutta la lunga narrazione di Un Posto al Sole. Un medico, un uomo profondamente lucido e umano, si trova a fronteggiare l’incubo dell’Alzheimer. Ma ciò che rende la sua vicenda ancora più straziante è la scelta radicale che sembra voler compiere: dire addio alla vita, prima che la malattia gli porti via tutto ciò che lo definisce.

«Non voglio che tu mi veda così. Non voglio che tu soffra per me» – queste parole, sussurrate a Giulia, sono un colpo al cuore per tutti coloro che hanno seguito l’evoluzione del loro rapporto. Dopo aver mostrato i primi sintomi del morbo, Luca ha sempre cercato di mantenere un minimo di controllo. Ma la realtà è implacabile: la memoria vacilla, le certezze svaniscono, e la paura di diventare un peso per chi ama prende il sopravvento.

All’inizio Giulia pensava che Luca volesse trasferirsi in una clinica specializzata, dove poter essere seguito con dignità. Ma nella puntata del 10 giugno, un dettaglio ha fatto cambiare tutto: Giulia intuisce che Luca sta pensando al suicidio assistito. Non è più solo una fuga dalla sofferenza, ma un gesto d’amore, disperato e consapevole.

Cosa dice la legge italiana?

In Italia, l’eutanasia attiva è vietata: il medico non può somministrare un farmaco letale su richiesta del paziente. Si tratterebbe di omicidio del consenziente.

Il suicidio assistito, invece, è stato parzialmente legalizzato dopo la sentenza della Corte Costituzionale del 2019. Può essere non punibile solo se:

  • il paziente soffre di una malattia irreversibile,
  • è afflitto da sofferenze insopportabili,
  • è pienamente lucido,
  • e ha seguito un iter autorizzato dal sistema sanitario.

Ma ottenere tutto ciò in tempo utile è estremamente complicato: servono approvazioni, documentazioni, e spesso ci si scontra con resistenze istituzionali. Per questo motivo, molte persone, forse anche Luca, iniziano a guardare verso l’estero.

La Svizzera: l’ultima speranza?

In Svizzera, il suicidio assistito è legale anche per i cittadini stranieri, purché ancora capaci di intendere e volere. Diversamente dal Belgio o dall’Olanda, dove è riservato ai residenti, in Svizzera basta rispettare alcuni criteri medici e legali.

Ed è proprio in una delle scene più intense della stagione che Luca, con la voce rotta, chiede ad Alberto Palladini di accompagnarlo lungo questo viaggio senza ritorno. Alberto, sconvolto, rifiuta: è una responsabilità troppo grande, anche per chi ama profondamente.

Una fine annunciata?

Non sappiamo a che punto si trovi esattamente la malattia di Luca. Ma dai segnali narrativi, si può intuire che siamo ormai oltre il punto di svolta. Gli sceneggiatori sembrano voler evitare di mostrare fino in fondo il declino cognitivo del personaggio, per non sottoporre il pubblico a un dolore troppo reale.

Potrebbe quindi esserci una partenza definitiva da Napoli, un saluto muto ma carico di significato. Oppure, una scena finale straziante ma dignitosa: Giulia che tiene la mano a Luca mentre lui si addormenta per sempre, in un luogo lontano da tutto, ma vicino al cuore.

L’alternativa? Relegarlo in una clinica e proseguire con altre trame come se nulla fosse. Ma sarebbe una scelta difficile da accettare per il pubblico che ha seguito con empatia questa parabola umana.

La forza di un addio

Luca De Santis non fugge per codardia, ma per coerenza. Per amore. In un Paese dove il fine vita è ancora un terreno pieno di incertezze e tabù, la sua scelta è un grido silenzioso di libertà. Un messaggio scomodo, ma necessario.

Un Posto al Sole ha il coraggio di affrontare l’indicibile. E se davvero questa sarà la fine di Luca, sarà impossibile dimenticarla.

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